Pontificale solenne di apertura Centenario chiesa parrocchiale celebrata da S.E. Mons. Moraglia
Riflessioni dall'omelia:
..il valore dell'edificio chiesa
..il valore della comunità ecclesiale radicata in Cristo, salvata da Cristo.
La Dedicazione e la Consacrazione di uno spazio, di un luogo attraverso un atto liturgico ci apre ad una realtà importante: la casa di Dio è la casa del suo popolo, è casa nostra. Ma è uno spazio sacro.
Certo Dio abita ovunque, ma ha voluto uno spazio dedicato a Lui perchè vi realizzasse una presenza particolare; l'edificio sacro quindi ha una sua specificità a cui la comunità ecclesiale va educata incominciando dai nostri bambini
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Memoria Storica della Parrocchia
Oggi è una giornata molto importante per noi. Siamo tutti qui per aprire solennemente l'anno del centenario della nostra chiesa, costruita per la lungimiranza e la generosità di mons. Giuseppe Zanardi.
Per celebrare al meglio questo traguardo, da un po' di tempo, accogliendo l'idea di Don Roberto, abbiamo riordinato e approfondito su base storica i documenti presenti nell'archivio parrocchiale. Abbiamo anche ascoltato le testimonianze delle persone che hanno vissuto negli anni la vita parrocchiale per poi raccogliere il tutto in una pubblicazione, che sarà a presto disponibile, utile a dare testimonianza di quanto sia stata importante questa chiesa per la vita del quartiere. Sensibile allo sviluppo cittadino e alle esigenze della popolazione, attorno al 1917 Mons. Zanardi diede il via alla costruzione della chiesa, della canonica e, appena più tardi, del campanile e volle anche un asilo per i più piccoli che affidò da subito alla Piccole Suore della Sacra Famiglia che hanno continuato ininterrottamente la loro opera sino al 2013 e che oggi sono qui con noi in questa giornata speciale. A loro va il nostro ringraziamento per tutto ciò che hanno fatto.
La chiesa è stata consacrata e dedicata alla Vergine del Perpetuo Soccorso nel marzo del 1925 e da allora è stata motore per la nascita e lo sviluppo di una comunità. Questo, infatti, è il più grande dono che ci ha fatto mons. Zanardi: consentire alle persone di fare comunità in una parrocchia.
Gli avvenimenti storici e gli importanti cambiamenti sociali degli ultimi cento anni si sono intrecciati con la vita parrocchiale e l'hanno influenzata ma l'intelligenza, la sensibilità e la determinazione dei parroci che si sono succeduti, aiutati dalla “nostra” Vergine Maria, hanno conservato e migliorato questo luogo mantenendolo sempre un porto sicuro dove le persone potevano approdare e trovare sempre aiuto e conforto. Devono essere ricordati tutti i parroci che sono stati con noi :
don Giovanni Cavallini, sempre in mezzo alla gente con la sua bicicletta ma soprattutto con un sorriso e una parola per tutti, don Camillo Pancaldi, arrivato giovane prete "lung e sutil come al so campanil" strenuo difensore della chiesa e del suo "popolo" come era solito definire i parrocchiani negli anni difficili della guerra e del primo dopoguerra, don Matteo Aloja, uomo colto e gentile, che definiva il sacerdote un uomo che non ha famiglia, ma appartiene a tutte le famiglie; che benedice la culla, il talamo e la bara. Un uomo che anche gli sconosciuti imparano a chiamare Padre, anima generosa che, dimenticando sè stessa, si dedica al servizio di Dio e dei fratelli.
La scomparsa prematura di don Matteo Aloja ci ha portato nel 1971 don Piero Tollini, un uomo di Dio che predicava con una passione e un fervore particolare. Il parroco che sempre ci ripeteva «Non c'è niente di più religioso al mondo del nostro rapporto con gli altri». Ha guidato la parrocchia per 27 anni, avendo a cuore soprattutto i problemi degli ultimi e dei poveri. Fín dai primi anni Settanta ha dato vita ad un lavoro di assistenza ai poveri sfociato poi nel Fraterno aiuto cristiano. fondo parrocchiale costruito con il contributo di molti, ancora oggi attivo e mantenuto per il sostegno ai più bisognosi.
Dopo 27 anni don Tollini ha lasciato il timone della parrocchia a don Lino Faggioli che proprio pochi giorni orsono ci ha lasciato per tornare alla casa del Padre. Il suo messaggio di ingresso nel 1998 di sè diceva "Sono don Lino Faggioli, ma chiamatemi anche solo Lino o solo don", come fanno i bambini”. "La mia vocazione? - Una cosa semplice: avevo il desiderio di spendere la mia vita per gli altri, la convinzione che solo in Gesù si trova la pienezza dell'incontro con Dio, la gioia di aver sperimentato la bontà di un padre che ci ama perdutamente, e ho seguito l'invito interiore a far conoscere a tutti il Suo amore (...)."
Fedele a quanto detto, è stato il nostro parroco sino al 2022, cercando sempre, pur essendo di carattere introverso, di occuparsi di tutti coinvolgendoci pienamente nella vita della comunità. Un grazie speciale deve essergli riservato per il suo impegno nella pastorale familiare, in modo particolare per le giovani coppie di fidanzati che accompagnava sino al matrimonio e oltre.
E ci fa piacere ricordare i tanti sacerdoti e suore, importantissimi per la nostra diocesi, che sono cresciuti o hanno dato il loro contributo in questa parrocchia come i nostri missionari don Alberto Dioli che facendo propri i contenuti dell'Enciclica Fidei donum, nel 1968 è partito per il Congo dove è rimasto sino al 1988
e don Emanuele Zappaterra che ci ha insegnato: "la Chiesa è missionaria altrimenti non è", e che dal giugno 2022 è in Argentina nella provincia di Entre Rios;
don Andrea Zerbini, che ringraziamo per essere oggi qui con noi, che è cresciuto in questa parrocchia per poi essere una importante guida e sostegno di tanti;
don Antonio Grassilli che ha scelto di vivere nella nostra parrocchia dopo il suo pensionamento e che fino alla morte ha generosamente prestato la sua opera in favore della comunità;
suor Chiara Lucia, monaca in clausura presso il convento cittadino del Corpus Domini che nei primi anni della sua vita ha vissuto la parrocchia come la sua "casa".
E quindi, facendo nostre le parole di suor Chiara Lucia, vogliamo onorare questa nostra chiesa ringraziando la Madonna e tutti coloro che hanno speso la loro vita per questa comunità parrocchiale, per averci dato una "casa", questa casa.
Il Comitato Storico del Centenario