Sintesi di quanto condiviso nei 3 gruppi dell'Assemblea dello scorso 19 novembre.

GRUPPO MODERATO DA FEDERICA CONTI 

Tra i temi più sentiti quello dell' ACCOGLIENZA ha avuto un ruolo predominante. 
Si è osservato che dinanzi a persone nuove c'è spesso un atteggiamento di chiusura o comunque di 
" indifferenza": sicuramente manca un atteggiamento di coinvolgimento tale da farli sentire ben 
accetti ed invitati a partecipare. Quasi a voler mantenere a tutti i costi lo status quo, e questo si 
evince in particolare nei confronti dei nuovi arrivati nelle varie attività pastorali: da una parte la 
difficoltà ad aprirsi a nuove idee dei veterani e dall'altra il voler scardinare meccanismi rodati da 
parte dei nuovi con il risultato inevitabile di problemi sul piano della comunicazione e conseguenti 
malumori e fraintendimenti. Il problema dell' accoglienza può esistere anche all'interno della 
comunità: ci si relaziona o si collabora sempre con le stesse persone, che si conoscono da 
più tempo o con cui si avverte maggiore affinità e complicità, rimanendo estranei o in superficie 
con molte altre. Conseguenza di questa abitudine è una inevitabile mancanza di ascolto verso 
l'altro. 
PROPOSTA: CREARE MOMENTI DI AGGREGAZIONE COMUNITARIA PER TUTTE LE 
VARIE FASCE DI ETÀ ED I VARI SETTORI OPERATIVI IN PARROCCHIA, ABITUANDO 
LE PERSONE A COLLABORARE INSIEME. 

Un altro tema è relativo alla CAPACITÀ DI CHIEDERE AIUTO. 
A volte il carico di lavoro diventa faticoso, soprattutto per gli operatori impegnati trasversalmente 
su più fronti. La stanchezza può portare a perdere di vista l'obiettivo, ovvero il senso di servizio 
svolto con gioioso ed amorevole spirito di gratuità; altresì il carico di lavoro può portare a perdere 
anche concentrazione su tutti i vari aspetti del proprio compito. Entrambe queste difficoltà possono 
pertanto portare a problemi di comunicazione tra operatori con conseguenti malumori e 
fraintendimenti ( come sopra). 
PROPOSTA: COME IN UNA FAMIGLIA CHIEDERE AIUTO SENZA RISERVE E CON 
UMILTÀ, CONFIDANDO CON SINCERITÀ LE PROPRIE DIFFICOLTÀ AI SACERDOTI E 
CHIEDENDO CON FIDUCIA SUPPORTO AGLI ALTRI OPERATORI. 

Per quanto concerne la diffusione digitale è richiesto a tutti i parrocchiani di far conoscere il SITO 
WEB della PARROCCHIA. Per renderlo stimolante ed interessante si rende necessario caricare 
sistematicamente nuovi contenuti. 
PROPOSTA: INVITARE I PARROCCHIANI A VISITARE IL SITO E REGISTRARSI. 
SENSIBILIZZARE I REFERENTI DEI DIVERSI SETTORI A FARE IN MODO CHE 
VENGANO PRODOTTI CONTENUTI DA DIFFONDERE SUL SITO E SULLA PAGINA 
FB, OVVIAMENTE SEMPRE NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA SULLA TUTELA 
DELLA PRIVACY. IPOTESI DI PUBBLICAZIONE PER ESEMPIO DELL'OMELIA DELLA 
MESSA DOMENICALE. 

Si è posto come urgente il bisogno di FORMAZIONE, perché ci si accorge che siamo molto 
coinvolti sul piano pratico nella vita della parrocchia, ma si ravvisa allo stesso tempo la 
necessità di nutrire la propria spiritualità, perché la "casa ha bisogno di fondamenta solide". 
PROPOSTA: CREARE MOMENTI DI RIFLESSIONE ED APPROFONDIMENTI SULLA 
PAROLA E, QUALORA NON SIA SEMPRE POSSIBILE LA PRESENZA DEI SACERDOTI, 
ANCHE SOLO TRA LAICI. INOLTRE APRIRSI ED ACCOGLIERE ANCHE PROPOSTE 
ESTERNE ( CASA CINI, AZIONE CATTOLICA, ECC ECC). 


Relativamente alla vita sacramentale è stato osservato che la possibilità di vivere la 
RICONCILIAZIONE durante la S.Messa può distogliere attenzione dalla centratralità della 
funzione religiosa. 
PROPOSTA: ORGANIZZARE MOMENTI RISERVATI A QUESTO 
SACRAMENTO CREANDO ANCHE SPAZI PER UNA SORTA DI "EDUCAZIONE" ALLA 
CONFESSIONE COME PRATICA CONSUETA E GIOIOSA NELLA VITA SPIRITUALE DI 
CIASCUNO. 

Infine, si è aperta la questione del CPP e di alcune decisioni da esso approvate: si 
è evidenziata la sua natura come organo consultivo, quindi esso non deve essere un elemento di 
divisione e frammentazione, ma di dialogo dei consiglieri tra loro e di unità fiduciosa e 
rispettosa nei confronti dei sacerdoti. 
PROPOSTA: DIVULGARE AGLI OPERATORI E AI PARROCCHIANI L'ATTIVITÀ DEL 
CPP E TROVARE NUOVE STRADE PER MIGLIORARE IL LAVORO DEL CPP DURANTE 
LE SEDUTE.

Gruppo 2. (Facilitatore Alessandra) 

Nel nostro gruppo nella condivisione sono emersi vari temi, tra cui quello dell'accoglienza. Abbiamo rilevato 
che nella nostra parrocchia l'accoglienza è sempre stata difficile: siamo probabilmente una comunità un po’ 
chiusa. Rispetto a questo tema abbiamo messo in evidenza che certe persone riescono ad inserirsi facilmente 
nella comunità perché sono caratterialmente estroverse, mentre per altre più chiuse diventa difficile trovare 
spazio nelle attività o nei momenti comuni organizzati a livello parrocchiale. Anche all’interno dei gruppi 
parrocchiali è difficile avere una comunicazione efficace, un dialogo che porti ad un “accordo sinfonico”: 
talvolta prevale la superbia che fa entrare a gamba tesa, e l’autoreferenzialità. 

Suggerimenti operativi:  

1) il consiglio pastorale potrebbe essere un organo che può essere d'aiuto anche rispetto alla tematica 
dell'accoglienza. Infatti, se ad ogni seduta viene redatto un piccolo verbale questo potrebbe essere 
condiviso con la comunità, sotto forma di un intervento durante la Messa domenicale oppure 
attraverso la distribuzione di un foglio riassuntivo che spieghi brevemente quali decisioni, quali 
problemi la comunità sta affrontando o si sta interrogando e su quali aspetti chiede l’intervento della 
comunità. In questo modo non resterebbe un organo chiuso in se stesso, ma aperto alla comunità e 
con la prospettiva di contribuire all'accoglienza. 

2) La Parola di Dio guida i nostri passi: la superbia e l’autoreferenzialità possono essere tenute sotto 
controllo solo se la nostra azione è alimentata da una formazione continua che ci fa crescere nella 
nostra umanità e nella nostra fede. 

Abbiamo condiviso che 3 parole chiave posso strettamente essere interconnesse tra loro nel parlare di 
comunità: fiducia, stima e franchezza. La fiducia ci insegna che non è possibile affrontare cammini, attività, 
esperienze, sfide se non si nutre una profonda fiducia l'uno negli altri. La franchezza ci può aiutare ad 
abbattere i muri, le chiusure e le incomprensioni che talvolta minano il dialogo e il nostro camminare insieme 
come comunità. Ci sentiamo frenati nel dire le cose con chiarezza perché temiamo di urtare la sensibilità degli 
altri, che le nostre parole non siano comprese come un contributo alla costruzione di un dialogo più efficace 
oppure siamo frenati dall’ educazione che abbiamo ricevuto a non intervenire per evitare di creare ulteriori 
problemi e sperando che la persona interessata possa comprendere da sola che ha avuto un atteggiamento 
non costruttivo verso la comunità. La terza parola che ci può essere d’aiuto nell’alimentare la fiducia e la 
franchezza verso gli altri è la stima. 

Suggerimenti operativi: 

3) forse dovremmo cercare di farci guidare da Rm 12, 10 “Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, 
gareggiate nello stimarvi a vicenda”. Se nel nostro cammino di fede si radica questo sentire comune, 
allora può diventare più facile essere franchi senza paura di urtare l’altro, perché egli sa comunque di 
essere stimato, e cresce la fiducia reciproca. 

La formazione è un elemento cardine a tutte le nostre attività parrocchiali. A volte, si comincia a fare il 
catechista senza aver ricevuto formazione o comunque ci si sente sopraffatti dal fare più che dalla necessità 
di formarsi. Si deve cercare un equilibrio tra il fare e il fermarsi ad ascoltare la Parola di Dio (i due atteggiamenti 
di Marta e Maria). La formazione è continua nella vita delle persone per ogni età 

Suggerimenti operativi: 

4) dedicare spazi alla formazione in parrocchia dei catechisti, degli adulti. Sfruttare le scuole di 
formazione diocesana rivolte alle varie età e a vari ambiti

Incontro Operatori Pastorali 

(Gruppo 3, don Nicola) 

- Ci chiedevamo se siamo una realtà parrocchiale aperta? 

Risposta: no, non sempre; ognuno ha un ruolo preciso nella parrocchia, e spesso non sia ha il 
coraggio di chiedere aiuto o se vediamo che servirebbe aiuto all’altro non si dice nulla, perché 
non si vuol “invadere” gli spazi o ruoli d’altri;  

- Capacità di franchezza 

A volte manca perché si ha paura di urtare la sensibilità dell’altro;  

- Stare al proprio posto, è positivo o negativo?  

Ognuno certo ha un ruolo piccolo o grande che sia, l’importante è METTERSI AL SERVIZIO, vivere 
il tutto per il bene degli altri e della comunità. 

- Difficoltà dei nuovi volontari accolti:  

non sentirsi inseriti, inclusi; la riflessione è che a volte la non conoscenza tra volontari porta a 
non essere coinvolti, forse è bene approfondire bene la conoscenza personale tra volontari che 
“lavorano” insieme per sentirsi più coinvolti e amati. L’importanza delle RELAZIONI e creare 
COMUNIONE. 

- Differenza tra volontariato ed essere missionari 

Essere volontario è una vocazione! E dona il suo tempo in modo libero, non è l’esito che conta 
ma il mettersi in gioco senza un guadagno, un tornaconto e il sentirsi a tutti i costi riconosciuti. Il 
missionario va, parte a servizio del prossimo per annunciare soprattutto il Cristo Risorto e 
vivendo il Vangelo, possiamo e dobbiamo essere insieme volontari missionari parrocchiali. 

- Portare dei pesi nel fare le cose 

Può capitare di essere stanchi, appesantiti, è necessario aver il coraggio di dirlo, chiedere aiuto, 
in modo da rispondere alla chiamata con GIOIA nello svolgere il Servizio. 

- Capacità di Comunione e Accordo Sinfonico 

Per esempio si organizzano delle attività, dove una buona fetta risponde si, che bello è da fare, 
ma al momento di agire di operare, c’è il “Silenzio Stampa” per esempio su WA e sono sempre 
gli stessi che devono muoversi e attivarsi. 

- l’importanza dell’Ascolto e del Sorriso 

L’ascolto dell’altro è una ricchezza. Se abbiamo dei talenti valorizziamoli e mettiamoli in gioco 
soprattutto con il Sorriso, siamo cristiani volontari con il sorriso e non con il muso lungo. Il sorriso 
attira gli altri. 

SINTESI: PAROLE CHIAVE PER IL VOLONTARIO/OPERATORE PASTORALE:  

1) CONOSCERSI 
2) AIUTARSI 
3) DIRSI LE COSE 
4) FARE TUTTO CON GIOIA E AMORE (essere cristiani gioiosi)

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